LA SETTIMANA DI PASQUA

Racconto di Eugenio Antonelli


      

Introduzione:
gli eventi della Settimana Santa a noi bambini mettevano un po' paura. A quei tempi le storielle dei nonni erano un po' spaventose...il Guerrier meschino, le streghe di Norcia, Genoveffa etc ... poi arrivava questo periodo di lutto per la morte di Gesù e tutto sembrava così tragico e macabro. La Via Crucis tutte le sere con le vecchiette vestite di nero, le campane legate, i tristi canti della passione, le statuine in chiesa coperte con un velo, il gran crocefisso esposto sopra l'altare e per ultimo la storia della sepoltura e la pietra immensa che proteggeva il sepolcro. Molti di noi non ci dormivano la notte!!!

Cronologia:
Il lunedì santo era dedicato alla pulizia perché la tradizione voleva che il prete passasse nelle case a dare la benedizione. Ricordo che le cianfrusaglie e gli oggetti vecchi si mettevano in una stanza particolare e venivano coperti con lenzuola bianche.

Martedì: si incominciava il rito delle cresce di pasqua. Era un via vai di donne che prenotavano l'uso dei forni a legna e che si scambiavano idee e opinioni alla ricerca della ricetta perfetta. Insieme alle pizze si facevano pure le ciambelle che si potevano mangiare appena cotte.

Mercoledì: la sera del mercoledì si respirava un'atmosfera molto solenne e triste. Tutta la gente del paese si riuniva nella chiesetta per la celebrazione mistica della "legatura delle campane" e dell'elevazione del Santissimo. Durante l'elevazione e continuando fino a 10-15 minuti dopo che la gente fosse uscita dalla chiesa, le campane suonavano a festa per l'ultima volta prima che fossero messe a tacere fino al mattino di Pasqua.

Giovedì: il mattino il prete incominciava il giro della benedizione delle case, accompagnato da due chierichetti che tenevano in mano il recipiente d'acqua santa con l'aspersorio e un canestro per raccogliere i doni dei paesani. In ogni casa la tavola veniva apparecchiata a festa con la tovaglia “buona”, un cestino di uova sode, una bottiglia di vino, pane fatto in casa, salame e la crescia di Pasqua. Tutto era preparato e pulito per essere benedetto. Le case che non erano ancora pronte per ricevere la benedizione mettevano un fiocco bianco sulla catenella della porta; poi il prete sarebbe tornato a benedirle.
La sera del giovedì santo iniziava la vera e propria liturgia della settimana Santa. E siccome le campane erano in disuso, la gente veniva avvisata dal tipico suono della "BITASTANGOLA”.
I bambini facevano il giro del paese gridando .... "LA PRIMA" per indicare la prima sonata che avvertiva la gente che era ora di andare a messa, e poi la seconda sonata .... fino ad arrivare alla quarta.
La bitastangola era un arnese molto semplice: una tavoletta di legno con il  manico, due piastre di ferro ai lati e un arco metallico che girava su un asse. Con il movimento del polso emetteva un suono che si udiva quasi in tutto il paese.
Alle 19,00 circa tutti in chiesa. Guai a chi non si presentava alla funzione!

Venerdì: era il giorno più partecipato della Settimana Santa. Il paese stesso era in lutto. La gente camminava in silenzio, quasi raccolta nel dolore.
Era un giorno di digiuno assoluto, si poteva mangiare solo un po' di pane e bere acqua.
In chiesa veniva allestito il sepolcro e tutto il giorno era via vai di gente che  andava a pregare.
La sera si celebrava la liturgia, si faceva una processione al cimitero e si pregava per i morti, e si finiva con una VIA CRUCIS.
Poi ci si metteva in fila per l’adorazione della croce: il prete si metteva davanti all’altare con la croce in mano, la gente baciava la croce con Gesù crocefisso. Per permettere alla gente di entrare e pregare la chiesa restava aperta tutta la notte.

Sabato: nella chiesa tutte le statue erano coperte ancora con un velo e la finestrella del sacramento aperta senza il Santissimo.
Nel paese le donne indaffarate cominciavano i grandi preparativi del pranzo di Pasqua.
Montelago era famoso per gli agnelli e anche se raramente se ne potesse ammazzare uno per mangiarlo, per Pasqua si faceva eccezione. Le donne sapevano come cucinarlo: arrosto, alla arrabbiata o in umido.
Le madie erano piene di sfoglie per la pasta e il pane era fresco fresco.
Era un giorno de festa e quando era festa a Montelago si mangiava in compagnia.
La sera si continuava con la liturgia del rinnovo del battesimo.
La cerimonia cominciava tardi perché doveva finire dopo mezzanotte quando il tabernacolo veniva riaperto per “la celebrazione del fuoco”; si accendeva il cero Pasquale che si portava in processione per il paese, tutte le persone tenevano in mano una candela che rappresentava la luce de Cristo.
A mezzanotte venivano sciolte le campane e si suonava a festa per oltre 20 minuti
La pasqua era cominciata.